“Sono passati ormai dieci anni dal referendum popolare sull’acqua pubblica del 2011 con cui ben il 57% dei cittadini italiani che si recarono alle urne decretarono con oltre il 95% dei Sì la vittoria dell’Acqua Bene Comune e lo stop alla mercificazione e alla gestione da parte dei privati di questa risorsa vitale per persone ed ecosistemi. Non è ammissibile che ad oggi quel risultato storico per la democrazia diretta e i Beni Comuni rimanga ancora disatteso, anche nella nostra regione. Per questo m’impegno a riprendere il dossier sull’acqua pubblica, con tutti i relativi provvedimenti il cui iter sembrerebbe arenatosi in questi anni, e a portarlo al tavolo della Giunta affinché si possa uscire finalmente da questa fase di stallo e vedere applicata la volontà popolare espressa dall’esito referendario. Confido nel fatto che anche tutti gli altri assessori, a prescindere dalla loro competenza in materia, sposino questa battaglia di civiltà e di amore per lo sviluppo sostenibile e la democrazia”. Così Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica e alla Trasformazione Digitale del Lazio, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.
“Nel Lazio è infatti ancora inapplicata la legge regionale 5/2014 che, cito testualmente dall’articolo 1 del provvedimento, proprio ‘in conformità ai principi costituzionali e comunitari ed in ossequio alla volontà popolare espressa nel referendum del 2011’ avrebbe dovuto avviare nella nostra regione la nuova governance del servizio idrico integrato per una gestione ecosostenibile della risorsa e a garanzia del diritto universale all’acqua. Più nello specifico, con questa legge, la Regione avrebbe dovuto superare la vecchia ripartizione degli Ambiti Territoriali Ottimali su base provinciale, tuttora adottata, per passare, entro sei mesi dall’entrata in vigore del testo, a una nuova gestione del servizio idrico integrato basata sugli Ambiti di bacino idrografici, nel rispetto cioé della conformazione del territorio e dell’effettiva dotazione e qualità delle risorse idriche. Una nuova organizzazione volta a garantire, attraverso la cooperazione tra le rispettive Autorità d’ambito, un approvvigionamento equo per le comunità locali e le economie, prevalentemente agricole, del posto”. “Siamo già in ritardo, non c’è altro tempo da perdere: dobbiamo avviare il nuovo corso. E’ iniziando a recuperare lacune come queste che può ripartire la buona politica per avviare quel nuovo paradigma che potrà consentirci di realizzare la Transizione Ecologica”, conclude Lombardi.